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al testo di Filippo Di Lella
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Così:
Il nostro protagonista, lo chiameremo Giancarlo, ha circa cinquant'anni, fa il ragioniere, è sposato con la ragazza che conobbe al liceo, hanno due figli adolescenti un po' ribelli ma molto educati, tutti vivono nel loro appartamento appena fuori Città, nella periferia-bene dove non avviene nulla di nuovo. Il nostro Giancarlo ha un po' l'occhio lungo per le ballerine della tivù, pensa a dove andare in vacanza ad agosto (mi sa che torneranno in Riviera, la cameriera ai piani dell'albergo lo guardava in modo, come dire...diverso), a dove passare la settimana bianca a dicembre (di nuovo Cortina?) e a tornare velocemente a casa dopo l'ufficio; i suoi più grandi problemi sono il traffico (chissà quando riuscirò a prendere quel nuovo modello di SUV?) e le emorroidi che non gli danno tregua soprattutto durante le riunioni col capo. Naturalmente la forfora fa da contorno a questo quieto tran-tran. Un protagonista con pochi aggettivi. Il secondo capitolo vede la descrizione dettagliata di una giornata-tipo del nostro beniamino e una timida introduzione dei protagonisti secondari come il suo capo-ufficio (sempre un po' antipatico e tirato a lucido), un suo collega e amico di infanzia (non abitano troppo distante) con cui organizza barbeque domenicali, la sua famiglia (mamma e suoceri un po' dispotici e dal braccio corto, moglie e figli non proprio perfetti, un lontano zio vedovo che abita nella villetta al mare) e un misterioso nuovo vicino (abbronzato, tiene feste chiassose fino a tarda sera ma comunque simpatico, un bell'uomo sui cinquant'anni). Nel terzo capitolo la morte del lontano zio vedovo, i primi litigi in famiglia, una veloce introspezione sui sentimenti contrastanti del nostro eroe e il vicino (un misterioso e attraente Marco) che ne consola la moglie (Claudiana) piangente sul balcone in comune del palazzo. Nel quarto capitolo il funerale dello zio si conclude tra le lacrime del solo Giancarlo e la lettura del testamento in cui il morto annuncia il lascito della villetta al suo nipote preferito...Gianca! Il capitolo si chiude con la misteriosa sparizione della moglie dal cimitero e con la famiglia che si avvia verso casa un po' frastornata ma con segreti progetti su vacanze in un posto nuovo. Capitolo cinque: il tramonto della normalità. Rincasato, un Giancarlo esausto crolla sul divano, i suoi figli vanno in discoteca; verso le due, il Nostro, si sveglia per via di rumori provenienti dal pianerottolo, dove scopre la moglie impegnata in attività oral/ricreative con Marco. Il giorno dopo divorziano, i figli restano con la mamma, la casa pure e i soldi...anche. Gianca, al colmo della disperazione, scopre che Marco è il nuovo socio del suo capo, viene licenziato in tronco e inizia a bere vino del discount. La scena si coclude con Giancarlo che si addormenta ubriaco fradicio in autogrill. Fine prima parte. -Parte seconda- Capitolo primo: sono passati tre mesi, la primavera incombe. Claudiana e i ragazzi convivono stabilmente con Marco, il capo-ufficio vede il fatturato in netto aumento. Giancarlo, trasferitosi alla villetta sul mare, lavora come manutentore al villaggio turistico poco distante e la sera si ubriaca piangendo il suo destino. Capitolo secondo: Profonda introspezione del protagonista, restrospettiva della sua vita e indagine sui suoi fallimenti. Un dubbio posto sulla possibilità di non averci mai capito molto e dell'impossibilità del destino, la risposta sta nella leggerezza. Incontro con Maria, barista del villaggio oramai aperto. Nel terzo capitolo assistiamo alla svolta possibilista: Maria ha 27 anni, Giancarlo se ne innamora, intrecciano una relazione semi-clandestina, dubbi e contrasti sulle età differenti risolti: il Nostro si tatua un'ancora sulle chiappe durante una notte brava con Maria. La notte finisce col suono delle risate ma l'alba porta con sé un'ombra rappresentata da una station-wagon che parcheggia alla reception. È nel quarto capitolo che avviene lo scontro-incontro tra le due vite di Giancarlo, la famiglia (ora guidata da Marco) è in vacanza proprio in quel villaggio. Giancarlo cerca di nascondere la sua storia a Maria, poi crolla; litigio e rottura. Acquisto di una pistola al campo rom poco lontano da lì, tentativo di suicidio fallisce tra lacrime e sudore. Rabbia. Quinto capitolo, la resa dei conti. Un oramai irriconoscibile Giancarlo, privo di scrupoli e motivato alla vendetta, fa irruzione nel bungalow di Marco armato, lo trova a letto con Maria e Claudiana; rissa. Giancarlo ha la meglio di un soffio, spara a Marco colpendolo all'inguine e al petto, poi spara alle donne. Rivolge la pistola alla propria tempia, entrano i figli. Epilogo: I pezzetti di cranio sono sparsi in tutto il bungalow e su la faccia dei figli, Giancarlo giace al suolo. L'ispettore Gianni archivia le pratiche come omicidio-suicidio e affida i ragazzi al capo-ufficio. Il tramonto porta con sé il sangue della sera e una nuova speranza: il capo-ufficio e i ragazzi si trasferiscono in una villetta al mare dove, pare, vi abitasse un tipo simpatico venuto da un paese della periferia-bene. Fine. |
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